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L'ultima raccolta poetica di Attilio Pecchini si confronta con l'estetica del sacro. Si tratta di una presenza quotidiana, che il poeta descrive là dove si trova: nel guizzo innocente di un animale in libertà, nelle rughe amare di un uomo di fiume, nella fatica della salita lungo un pendio di montagna. Un approccio laico ma efficace, che tenta di cogliere nel profondo l'essenza stessa della vita, la sua sacralità e la potenza dei suoi gesti. I componimenti si propongono come tanti piccoli ritratti, ricordi e suggestioni di una vita passata ad osservare la varietà del mondo e dell'esistenza.